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GIADA

Ultimo Aggiornamento: 13/08/2004 17:01
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13/08/2004 17:00

Origine nome

Dal greco nefros, che significa rene, e ijada che dallo spagnolo vuol dire fianco.

Classe

Silicato dalla composizione chimica distinta.

Colore

Da bianco a roseo, azzurro, giallo, arancio, rosso, dal grigio al bruno e ovviamente diversi toni di verde.

Tradizione

Allo scopo di avere successo negli incontri di affari difficili, i Cinesi conducevano le trattative stringendo tra le dita qualche sferetta di giada. E sempre cinese è l'antica e suggestiva usanza di murare nelle fondamenta della propria casa dei frammenti di giada, con il duplice intento di garantirsi l'unione della famiglia e di fugare le calamità naturali. Per correttezza di informazione il termine andrebbe al plurale, visto che nel 1863 il francese Damour dimostrò che sotto il nome generico di giada, gemma conosciuta da oltre 7000 anni, è già utilizzata nel Neolitico per armi e utensili, si distinguevano due minerali diversi: la nefrite, e la giadeite. Entrambe in Cina erano considerate Yu, "la cosa più preziosa", ma allo stesso tempo "regale", essendo il carattere simile a wang, ossia re. Questa gemma poteva infondere le cinque virtù trascendenti: benevolenza, trasparenza, sonorità, immutabilità e purezza. Confucio la descrive "morbida, liscia e lucente come la benevolenza, forte, compatta, bella come l'intelligenza, affilata ai bordi, senza essere tagliente come la giustizia". La qualità sonora, oltre che nelle placche della cintura degli ufficiali, è evidente nello strumento musicale Pien-ch'ing, costituito da sedici giade a forma di elle, montate su legno, le quali, per lo spessore variabile, emettono ognuna un suono diverso. La sacralità e la dote di panacea (cura di ogni male) delle giade, anticamente, erano così elevate da affidare alle delicate mani femminili la sua estrazione e a quelle maschili la lavorazione, l'incisione di oggetti rituali per la fabbricazione di ornamenti amuleto-talismano. L'arte della perforazione consentiva di ottenere il disco Pi (ciondolo), il cielo, e di collegarlo così alla terra e, viceversa, dalla terra al cielo, per il simbolo quadrato Ts'ung. Le popolazioni pre-colombiane d'America, lontane migliaia di chilometri dalla Cina, ma con tradizioni analoghe, consideravano questa gemma un dono divino, più prezioso dell'oro, da scolpire per la raffigurazione di idoli e da utilizzare per il corredo funerario, coprendo con tessere di giada gli orifizi del cadavere, compreso un frammento nella bocca, per la conservazione della carne e, più poeticamente come "denaro" per la vita dell'aldilà.

Sotto la definizione di giada sono commerciate due gemme d'aspetto e colorazione simile, ma mineralogicamente differenti:
la giadeite che appartiene al gruppo dei pirosseni monoclini e la nefrite del gruppo degli anfiboli.
La prima è molto più rara e preziosa della seconda.

La giada più preziosa è quella dal colore verde traslucido chiamata giada imperiale.
A volte vengono venduti per giade oggetti di alabastro tinto.

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