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BIOGRAFIA DI LINA WERTMULLER

Ultimo Aggiornamento: 25/07/2004 15:37
Utente Junior
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25/07/2004 15:37


BIOGRAFIA DI LINA WERTMULLER

Nome d'arte di Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braucich, nata a Roma nel 1928.
Lavorò come assistente in teatro prima di passare al cinema; la troviamo al fianco di Federico Fellini in Otto e mezzo (1962). Il suo esordio nella regia è in un film, I basilischi (1963), sottile quadro di vita di provincia meridionale in cui si avverte l'influenza di Fellini e del suo I vitelloni.
Per alcuni anni diresse sotto uno pseudonimo film di livello mediocre, ottenendo una discreta fama con lo sceneggiato televisivo Il giornalino di Giamburrasca. Alla popolarità arrivò nel 1972 con la fortunata commedia drammatica, in cui spunti sociologici si mescolano con l'ironia, Mimì metallurgico ferito nell'onore, cui seguirono nella stessa vena Film di amore e d'anarchia (1973) e Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto (1975).
La sua opera più matura, una requisitoria contro il qualunquismo imperante negli anni '70, che le valse la nomination all'Oscar è Pasqualino settebellezze(1975).
Dopo questo periodo fanno seguito film come La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova, si sospettano moventi politici, entrambi del '78.
Ritorna alla ribalta l'anno successivo con una commedia "nera" da lei scritta e diretta Amore e magia nella cucina di mamma, tra gli altri film da lei diretti troviamo Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada (1983), Sotto...sotto...strapazzato da anomala passione (1984), Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti (1986), Notte d'estate con profilo greco occhi a mandorla e profumo di basilico (1986) in cui enfatizza in modo eccessivo la nota ironica che la contraddistingue, In una notte al chiaro di luna (1989), in cui affronta in maniera discutibile il fenomeno della psicosi determinatasi con il diffondersi dell'AIDS.
Nel 1987 realizza la regia della Carmen di Bizet per il Teatro Massimo di Napoli, per la televisione, cura la regia di Il decimo clandestino (1988), ispirato alla novella di Guareschi, un episodio della serie Amori (1989) e Sabato, domenica, lunedì (1990) tratta dalla commedia di Eduardo De Filippo.
Del 1992 è I sette vizi capitali, seguono Io speriamo che me la cavo che vede protagonista Paolo Villaggio, il film è tratto dall'omonimo libro del maestro elementare Marcello D'Orta, che vede protagonisti i bambini di una scuola elementare di Napoli.
Nel 1994 gira L'attore e il suo agente, nel 1995 Ninfa plebea con Stefania Sandrelli e Roul Bova, nel 1996 Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica.
La Wertmüller pubblica anche vari romanzi, tra i quali Essere o avere, ma per essere devo avere la testa di Alvise su un piatto d'argento e Avrei voluto uno zio esibizionista.
Il suo ultimo lavoro cinematografico è Ferdinando e Carolina (1999).
Così ha spiegato la sua decisione di dedicarsi al cinema "Mi piace raccontare le favole, le storie. Trovo che poter raccontare senza voce è una bella cosa."

dal sito http://www.italiadonna.it
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