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IL NOME SEGRETO DI ROMA

Ultimo Aggiornamento: 15/07/2004 12:35
Utente Senior
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15/07/2004 12:35

Su Roma molto è stato scritto, quasi sia una inesauribile fucina di fatti, storie, accadimenti che sembrano non finire mai. Non parliamo poi degli aspetti misteriosi che avvolgono l’Urbe da sempre. Alcuni di questi sono stati svelati, a discapito degli amanti del mistero ad ogni costo, molti altri invece sembrano resistere tra le pieghe del tempo quasi a voler resistere ai vari tentativi di violarli. Uno di questi misteri riguarda il nome segreto di Roma. Un nome nato forse contemporaneamente alla città, tramandato in gran segreto dai primi re sino ad arrivare a conoscenza dei potenti cesari. Un nome che doveva essere pronunciato solo nelle cerimonie solenni e mai al di fuori di esse pena la morte. Cita Giovanni Pascoli nel suo famoso "Inno a Roma " "O, ma qual nome ora, de’ tuoi tre nomi dirà l’Italia ? Il nome arcano è tempo che si riveli, poi ché il tempo sacro. Risuoni il nome che nessun profano sapea qual fosse, e solo nei misteri, segretamente si innalzò tra gli inni..." Si deduce dai bellissimi versi del poeta che non un solo nome aveva Roma, ma addirittura tre ! Uno ovvio, uno segreto di cui abbiamo accennato sopra, ed uno celeste. Per Pascoli, il nome segreto di Roma altro non era che "Amor", fin troppo ovvio e scontato per essere vero; quello celeste invece per Pascoli era "Flora", in onore a Venere dea della natura e dell’amore. L’idea che Roma avesse un nome segreto, come già detto, ha origini antichissime. Riporta Giulio Solino, un dotto vissuto nel III sec. d.C., che questo nome era a conoscenza dei soli capi di stato, che se lo tramandavano al momento del passaggio del potere .Il Pontefice Massimo, figura importantissima per i romani, pronunciava il nome segreto solo ed esclusivamente durante i sacrifici rituali. Si ha prova di un antico rituale compiuto durante il solstizio d’inverno in onore della dea Angerona la cui statua ha la bocca bendata forse proprio ad alludere alla impronunciabilità del nome. Macrobio, un funzionario imperiale vissuto tra il IV ed il V sec. d.C., nei suoi "Saturnalia" riporta che il nome arcano era scritto in libri antichissimi, però ognuno di essi citava un nome diverso, quasi ad ingarbugliare le carte a chi tentava di scoprirlo. Molti associarono il nome segreto dell’ Urbe a Giove, altri ad Angerona, altri ancora alla Luna.... Grazie a queste discordanze nessuno ha mai saputo, se non pochi eletti, il vero nome arcano di Roma. Ma per quale motivo avere un nome segreto ? E’ una domando che ci piacerebbe rivolgere all’ Urbe stessa, sperando in una impossibile risposta di questa millenaria città un tempo padrona del mondo. Possiamo pensare però che avere un nome segreto, poteva mettere al riparo la città stesso da chi era lei ostile; essere al riparo da maledizioni scagliate dai nemici che invocandone il nome potevano ingraziarsi il nume tutelare della città stessa. Infatti sappiamo che durante la presa di Veio, i romani ne invocarono il nume protettore, promettendo lui che lo avrebbero adorato meglio degli stessi abitanti. In questo modo la battaglia volse in modo favorevole all’esercito romano. Tito Livio riporta questo fatto. Il nome di una città era comunque considerato sinonimo di potenza e grandezza magica, quindi pronunciarlo significava acquisire tali forze. Detto ciò, non si doveva conoscere nemmeno il nome della divinità protettrice di Roma, onde evitare che questa potesse cedere alle lusinghe dei nemici. Addirittura il sesso del nume non doveva essere rivelato come attesta una iscrizione rinvenuta nel periodo ottocentesco, ai piedi del Palatino : "Sei Deo sei Deas" che vuol dire "Sii tu un dio o una dea". A Pompei fù scoperto un "quadrato" riportato nella fig.1). Su questo quadrato possiamo leggere Roma e Amor asseconda del senso in cui leggiamo l eparole. Ancora una volta la parola "Amor" ci riporta a Venere. In effetti l’idea che la divinità potesse essere il nume tutelare di Roma e che il nome potesse trarre origine proprio dalla dea, lo troviamo durante l’ascesa al trono di Augusto che divenne Cesare proprio perché considerato un diretto discendente di Venere. Alla dea può essere associata Flora, di cui abbiamo parlato sopra. A questa divinità erano dedicati i "Florialia" feste inneggianti la natura e la vegetazione che si svolgevano dal 28 aprile sino al 3 maggio. Quale sia stato il nome segreto di Roma forse non lo sapremo mai. Forse è giusto così. E’ bello pensare che la città difenda gelosamente segreti inviolabili. La fa sentire immortale ed...Eterna.




fonte http://www.pillos.it/Index.asp
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