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Ikebana

Ultimo Aggiornamento: 24/07/2004 16:08
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24/07/2004 16:08

Ikebana, l'arte giapponese della composizione floreale

L'ikebana - la parola che designa in giapponese la composizione floreale - è fondata su dei principi artistici noti nel mondo intero. L'amore per la linea, caratteristico di tutte le forme di arte orientale, più che l'apprezzamento delle forme e dei colori, è l'aspetto saliente dell'arte floreale giapponese e la distingue da tutte le altre. Per la composizione lineare si utilizzano i rami più comuni; se i rami seguono una bella linea armoniosa, li si preferisce a un mazzo di fiori, quale che sia la loro bellezza per la loro forma o colore. L'accento posto sulla perfezione della linea non trova l'uguale se non nell'insegnamento della natura che può essere così riassunto: comprensione per la crescita naturale dei materiali utilizzati e amore della natura in ogni sua fase. Al momento della sua apparizione, tredici secoli orsono, l'ikebana simboleggiava alcuni concetti buddhisti della filosofia giapponese. Tuttavia, nel corso degli anni, l'arte floreale è diventata totalmente giapponese, adattandosi al particolare spirito di questo popolo, e parallelamente ha perso in gran parte il suo valore religioso, ponendo in primo piano gli insegnamenti della natura. In genere ogni composizione floreale giapponese è costituita da tre gruppi triangolari di fiori o rami: un gruppo centrale verticale, uno intermedio che forma un angolo con il primo e un gruppo triangolare inverso che si allontana dal gruppo centrale in direzione opposta a quella dell’elemento intermedio. I fiori preferiti sono quelli che crescono naturalmente nei giardini in campagna nel periodo in cui si prepara la composizione. Di rado si usano fiori completamente sbocciati e, anzi, vengono preferiti i boccioli appena schiusi. I rami degli alberi a foglie larghe o degli arbusti rigogliosi vengono utilizzati nelle composizioni solo quando le foglie sono ancora in germoglio. Questo costume ha due ragioni alla base: prima, fintanto che il ramo è in germoglio, la bellezza della linea dello stelo non viene oscurata; seconda, coloro che contemplano la composizione hanno la gioia di vedere i boccioli aprirsi lentamente. D’altra parte, usando dei fiori già sbocciati, essi si seccano e muoiono piuttosto rapidamente, simboleggiando così morte e decomposizione.

PRINCIPI FONDAMENTALI.
L’arte floreale è basata sulla linea, sul ritmo e sul colore come mezzi per ricreare la crescita dei fiori. Gli occidentali hanno sempre insistito sulla quantità e sul colore dei vari elementi, fissando la loro attenzione particolarmente sulla bellezza dei fiori sbocciati. I giapponesi, invece, danno maggiore importanza alla linea della composizione e hanno raggiunto un grado tale di perfezione in quest’arte che lo stelo, le foglie e i rami hanno lo stesso valore dei fiori. Il concetto fondamentale dell’arte floreale giapponese, quello che permette di comprenderne il senso, è il suo triplice simbolismo: il Cielo, l’Uomo e la Terra, che formano il quadro in cui s’inserisce l’intera struttura delle composizioni floreali giapponesi. L’elemento più importante è lo stelo o gambo che rappresenta il Cielo e che spesso viene chiamato “Primario” o “Shin”. E’ l’asse di tutta la composizione e perciò deve essere molto forte. Vicino al “Primario” vi è il gambo “Secondario” o “Soe”, simbolo dell’Uomo. E’ sistemato in modo da dare l’impressione di spingere lateralmente e in avanti rispetto allo stelo principale e deve essere circa due terzi della lunghezza del ramo “Primario” ed inclinarsi verso di esso. Lo stelo “Terziario” o “Hikae”, che rappresenta la Terra, è il più corto; è posto davanti alla base degli altri due o leggermente dal lato opposto. Tutti questi elementi sono saldamente fissati ad un supporto e danno l’impressione di appartenere allo stesso tronco. A questi tre rami si possono aggiungere altri fiori per arricchire la composizione, ma la posizione corretta dei tre elementi citati resta il principio fondamentale di essenziale importanza.


Utente Senior
OFFLINE
22/06/2004 18:47

In contrasto con la forma puramente decorativa delle composizioni floreali occidentali, l'arte dell'Ikebana mira a creare un'armonia tra composizione lineare, ritmo e colore. Mentre il gusto occidentale tende a dare importanza alla quantità, ai colori dei fiori puntando l'attenzione maggiore sulla loro bellezza, i giapponesi privilegiano gli aspetti lineari della composizione ed hanno raggiunto un tale grado di perfezione in quest'arte che il vaso, gli steli, le foglie ed i rami acquisiscono un valore complementare a quello dei fiori.
L'intera composizione floreale giapponese è basata su tre principali linee che simboleggiano il cielo, la terra e l'uomo.

Le origini dell'Ikebana si fanno risalire al VI sec.
In queste composizioni primitive sia i rami che i fiori venivano orientati verso il cielo in segno di fede.
Nel XV sec. venne creato uno stile più sofisticato, rikka (lett. 'fiori ritti'). Questo stile cerca di ricreare la grandiosità della natura, stabilisce che i fiori debbano essere composti in modo da rappresentare il monte Sumeru (montagna mitica della cosmologia buddista e simbolo dell'universo). Dunque uno stile tutto legato al simbolismo. Ad es. i rami del pino rappresentano le rocce e le pietre, ed i crisantemi bianchi un fiume ed un ruscello. Questo stile, che ebbe il suo periodo migliore nel XVII sec. è oggi considerato da molti una forma antiquata di arte floreale e viene raramente praticato.

L'Ikebana ha subito i suoi mutamenti più profondi nel XV sec., sotto il dominio dello Shogun Muromachi, Yoshimasa Ashikaga (1436-1490). Lo Shogun era un'amante della semplicità e le case che fece costruire contenevano il tokonoma, o alcova, dove la gente poteva collocare oggetto d'arte e composizioni floreali. Fu in questo periodo che le regole dell'Ikebana furono semplificate per permettere a tutte le classi sociali di dedicarsi a quest'arte.

Una tappa significativa nell'evoluzione di quest'arte ebbe luogo alla fine del XVI sec., quando si affermò uno stile più austero e semplice noto come negeire (lett.'gettar dentro o lanciar dentro') che divenne parte integrante della cerimonia del tè. Secondo questo stile i fiori devono essere disposti nel vaso nel modo più naturale possibile, quali che siano i materiali adoperati.

Dopo la Restaurazione Meiji, che introdusse in Giappone un periodo di modernizzazione e di occidentalizzazione, si sviluppò un nuovo stile chiamato moribana ('fiori ammassati'). Stile nato in parte come risposta all'occidentalizzazione della vita giapponese. Lo stile moribana, che ha inaugurata una nuova libertà nell'arte della composizione floreale, cerca di riprodurre in miniatura lo scenario di un paesaggio o di un giardino. E' uno stile che si addice a qualsiasi ambiente o situazione.

Oggi esistono diversi stili di ikebana, alcuni molto semplici ed altri originali, ma tutti attribuiscono in egual modo un peculiare significato al modo in cui i fiori sono disposti.
Tra gli stili più originali del XX sec., degno di nota è lo stile sangetsu.
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