LA VENDETTA DEI TEMPLARI

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marina53
00lunedì 5 luglio 2004 16:48
LA VENDETTA DEI TEMPLARI
Storia o Magia

Prima ancora che nell'Isolotto degli ebrei, il settantunenne ultimo grande Maestro del Tempio, Jacques de Molay e Goffredo di Charnay morissero sul rogo, già la sventura si era abbattuta su Filippo il Bello re di Francia e la sua famiglia.
Filippo il Bello era anche detto " Re di ferro" ed aveva operato una vera e propria persecuzione verso l'Ordine dei Templari; la storia dice che fin dal primo momento che iniziò tale persecuzione fu colpito da varie disgrazie fino a giungere ad uno scandalo - in parte vero ed in parte preparato dagli avversari- che mise a repentaglio la discendenza stessa del Monarca.
Margherita di Borgogna e Bianca di Borgogna, rispettivamente mogli dei figli di Filippo, erano state sorprese in convegni amorosi sfociati anche in orge.
A quel punto, le due principesse furono segregate e bisognava decidere il loro destino poiché i loro mariti, sposati con due adultere, non potevano più avere, da loro, dei discendenti.
Pertanto, Filippo il Bello stava cercando delle soluzioni drastiche per consentire ai figli di convolare a nuove nozze e dare la vita a degli eredi per la dinastia.
Esattamente dopo quaranta giorni dell'ultimo rogo dei Templari, si trovavano a cena con il re ed i suoi fratelli, i ministri: Marigny, Nogaret, Buoville e Robert D'Artois, sul quale andava la massima responsabilità dell'accaduto in quanto aveva fatto di tutto affinchè i convegni amorosi avessero luogo e soprattutto aveva cospirato affinchè tali tresche fossero portate alla luce!
Il Re di ferro ed il ministro Nogaret erano due tra i personaggi maledetti da Jacques de Molay sul rogo e durante tale convegno si parlò del terzo personaggio destinato a subire tale maledizione: Clemente V!
I ministri proposero al Re di interpellare Clemente V come possibile mediatore nella situazione scandalosa che si era creata; Filippo il Bello, conoscendo Clemente V, dichiarò che non gli sembrava il caso di interpellare alla Chiesa per trovare una soluzione fattibile a tale adulterio.
La situazione, in quel momento storico, era molto delicata!
Il Papa, infatti, si era piegato alla volontà del sovrano nella persecuzione contro i Templari non senza esitazioni e ripensamenti e quasi sicuramente non avrebbe ceduto ad un'altra pressione, che poteva mettergli contro oltre che la propria coscienza anche cardinali e vescovi che già si erano ribellati alla sua decisione di sciogliere l'Ordine del Tempio.
Al Concilio di Vienne, infatti, la maggioranza dei Padri della Chiesa aveva respinto con sdegno le accuse contro i Templari al punto tale, che Clemente V fu costretto ad emanare una bolla motu proprio!
Se ora, per compiacere Filippo il Bello, avesse concesso due annullamenti avrebbe scatenato una ridda di reazioni negative proprio all'interno della Chiesa che in quel periodo di esilio conosceva non poche lotte interne e nelle quali il prestigio di Clemente V era fortemente scosso e contrastato.
Marigny avrebbe voluto far uccidere le nuore del re ma sapeva bene che le due prigioniere erano molto stimate in tutta Europa ed anche il popolo francese provava molta simpatia per loro.
Verso la fine della cena, dopo molti discorsi sibillini, Filippo il bello parve lasciarsi convincere a perorare la propria causa davanti al Papa.
Si preparava, quindi, una nuova e dura pressione sul pontefice: di tale accadimento si sarebbe incaricato lo stesso Nogaret.
Il piano era già predisposto, quando arrivò a palazzo un cavaliere, che venne immediatamente introdotto alla presenza del re!
Portava una tristissima notizia: Papa Clemente V era deceduto!
Erano trascorsi appena quaranta giorni dal grido di Jacques de Molay sul rogo:" muoio innocente ma chiamo dinanzi al Tribunale di Dio Clemente V, Nogaret e Filippo il bello entro un anno"!
Sconvolgente….vero? La prima vittima, il segno della maledizione sul Papa!…A chi sarebbe toccato ora?
Per dovere storico dobbiamo dire che non era intervenuta la mano di Dio in tale morte bensì la mano di alcuni uomini! Un vero e proprio delitto compiuto da alcuni Templari superstiti, guidati da un cavaliere di nome Evrard della commenda d'Artois.
Evrard imprigionato con gli altri era stato sottoposto a dodici ore di tortura, che lo avevano lasciato zoppo ma era riuscito a fuggire con alcuni complici.
E fu proprio lui la mente terrena della maledizione supernormale del Grande Maestro.
Tra i medici del Papa c'erano, infatti, degli amici di Evrard ed addirittura dei seguaci del Tempio, i quali fecero ingoiare all'ammalato della polvere di smeraldo, con l'intento di forare gli intestini e portarlo così alla morte.
Ora era tempo per mettere in atto un altro piano: uccidere Nogaret ed il Re di ferro!
A tale scopo, Evrard si era fatto assumere come aiutante, per nascondersi, presso la fabbrica di candele di Engelbert, che sorgeva in Via Bourdonnais, nel quartiere di Sant'Eustacchio.
Una via sinistra che il popolo aveva ribattezzato:" Via delle streghe" poiché in molti negozi della strada si vendevano: ingredienti per filtri magici, veleni, pozioni d'amore.
Nella bottega di Engelbert fu preparato il piano per consentire alla maledizione templare di colpire ancora Nogaret!
A tale piano collaborò attivamente la giovane Beatrice d'Hirson, prima dama della contessa Mahaut: una ragazza appena ventenne follemente innamorata di Evrard.
Beatrice conosceva un nuovo metodo per uccidere grazie al fumo delle candele; pertanto consegnò al templare un sacchettino che conteneva della cenere e una polvere bianca simile a del cristallo frantumato.
Tale polvere, nota come " serpente di faraone", era composta da solfo e cianuro di mercurio, un sale che produce con la combustione anche vapori di mercurio e composti cianidrici che possono provocare una gravissima intossicazione.
A questo punto della narrazione è giusto ricordare che quasi tutti i veleni medievali erano a base di mercurio, il metallo molto usato dagli alchimisti.
Evrard sistemò il veleno nelle candele che dal palazzo venivano ordinate per lo studio di Nogaret.
Ogni notte, infatti, il guardasigilli di Francia lavorava al lume di quelle candele, da cui uscivano, per combustione, le sostanze venefiche che respirava.
Ben presto il lucido Nogaret non fu più all'altezza del suo compito! Non parlava quasi più, era preso da incubi nel corso dei quali gli apparivano le sue vittime e ben presto raggiunse la morte tra i più atroci dolori!
La vendetta dei Templari aveva colpito la seconda vittima designata da Jacques de Molay sul rogo!
La sua fine, appresa con sollievo dalla Francia che l'odiava, accrebbe ancora di più la leggenda dei Templari poiché questa morte, come quella del Papa, assumeva i contorni del mistero e della magia! Ed alla realtà, già abbastanza inquietante, si aggiunsero nuovi particolari, che dettero spessore ad una leggenda ancora dura a morire.
In seguito alla morte del fedele Nogaret Filippo il bello non fu più lo stesso; inflessibile, iniziò a curare poco i problemi del regno e dei suoi familiari e man mano si chiuse nei propri incubi.
Nell'ultimo periodo della sua vita, si recò al Castello di Clermont per partecipare ad una battuta di caccia.
Nella zona era stato segnalato un enorme cervo che ben presto venne avvistato dal Re che ne iniziò l'inseguimento.
Un viandante indicò a Filippo la strada da seguire per raggiungere la preda! Il Re di ferro non poteva immaginare che quell'uomo, come altri appostati travestiti da boscaioli, fosse un cavaliere templare, venuto ad attuare, insieme ai suoi compagni, la vendetta sulla terza vittima designata da Jacques de Molay!
Filippo cominciò a cercare disperatamente il cervo in questione e ben presto lo trovo mentre si abbeverava; il re lo assalì ma rimase sconvolto quando l'animale alzò il capo: al centro delle due corna, brillava una croce!
Il re ne rimase come ipnotizzato; fu preso da tremiti poi perse conoscenza e cadde da cavallo.
Quando venne ritrovato era ancora vivo e fu riportato al castello.
Nessuno badò al cervo che al centro delle sue corna qualcuno aveva posto la croce, con due pezzetti di legno, resi lucenti dalla brina.
Gli uomini del Tempio avevano così compiuto la vendetta di Jacques de Molay; tuttavia è necessario dire che se anche fu la mano dell'uomo ad uccidere, molto resta ancora avvolto nel mistero poichè in seguito la maledizione colpì la dinastia di Filippo il Bello.
Lo stesso re non ebbe pace neppure dopo morto! Secondo la sua volontà, infatti, la grande Croce fu deposta nel monastero delle domenicane.
Si trattava di un gioiello di inestimabile valore che al centro aveva contenuto nel cristallo un frammento della vera Croce di Gesù Cristo.
La notte del 21 luglio 1695, sotto il regno di Luigi XIV, un fulmine colpì la cappella del monastero domenicano.
Il cuore di Filippo il Bello, che era stato messo vicino alla Croce e la stessa Croce dei Templari vennero distrutti contemporaneamente!
Il Mistero continua nei secoli
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