Howard Carter e il tesoro di Tutankhamon

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ommsety
00domenica 23 maggio 2004 23:16
Il 26 novembre fu il giorno cruciale, il più bello della mia vita, tanto che non potrei sperare di viverne un altro simile.

Per tutta la mattina continuammo i lavori di sgombero, procedendo con forzata lentezza a causa dei fragili oggetti mescolati al pietrame di riempimento.
A metà pomeriggio, una decina di metri dopo la prima porta, ne venne alla luce una seconda murata e sigillata, che era una replica pressoché esatta della prima. Le impronte dei sigilli qui erano meno nitide, ma il segno di Tutankhamon e quello della necropoli reale erano ancora distinguibili.
Di nuovo sull'intonaco trovammo tracce di apertura e di chiusura, e ormai eravamo fortemente convinti che si trattasse di un nascondiglio e non di una tomba. La disposizione della scala, del corridoio di accesso e delle porte ricordavano da vicino il nascondiglio di Ekhnaton col materiale di Tyi, rinvenuto da Davis nelle immediate vicinanze del nostro scavo, e la presenza anche là dei sigilli di Tutankhamon sembrava una conferma della nostra ipotesi.
Ben presto tutto si sarebbe chiarito: bastava abbattere la porta murata, per trovare una risposta alle nostre domande. Pian piano, con una lentezza che ci sembrò esasperante, tutti i detriti che ricoprivano la parte inferiore della porta furono sgomberati, e infine il muro di chiusura venne interamente alla luce. Era giunto il momento decisivo.
Con mani tremanti praticai un piccolo foro nell'angolo in alto a sinistra. L'oscurità e il vuoto incontrato da una sbarra di ferro spinta fin dove fu possibile ci rivelarono che, qualunque cosa si trovasse oltre quel muro, c'era uno spazio libero e non uno sbarramento di detriti come nel corridoio appena ripulito. Facemmo alcune prove con la candela, per cautelarci contro eventuali fughe di gas, e infine, ampliando un po' il foro, vi inserii una candela e scrutai dentro.
Lord Carnavon, lady Evelyn e Callender mi stavano alle spalle, in ansiosa attesa. Sulle prime non riuscii a distinguere nulla, perché dalla stanza veniva un soffio di aria calda che rendeva la fiamma tremolante; poi man mano che i miei occhi si abituavano al buio, i particolari del locale emersero lentamente dall'oscurità: animali dall'aspetto strano, statue e oro, ovunque il luccichio dell'oro.

Per un attimo - che dovette essere sembrato un'eternità a quanti mi attorniavano - rimasi muto dallo stupore, e quando lord Carnavon, incapace di attendere oltre, mi chiese ansiosamente: "Riuscite a vedere qualcosa?" fui solo capace di rispondere: "Sì, cose meravigliose".

(tratto dal sito www.origini.net)

[Modificato da ommsety 23/05/2004 23.17]

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