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PAESI DEL LAZIO

Ultimo Aggiornamento: 05/07/2006 11:52
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05/07/2006 11:52

MARINO
LA STORIA DI MARINO (RM)


I territorio di Marino fu abitato fin dalla preistoria da popolazioni latine, stanziatesi circa tremila anni fa intorno ai laghi e sulle alture dei Monti Albani. Di alcuni centri abitati, che facevano parte della Lega Latina, sono stati tramandati i nomi dagli antichi storici: Bovillae (Frattocchie), Mugilla (S. Maria delle Mole), e Ferentum (Marino); nei boschi del quale, presso la sorgente della ninfa Ferentina, si svolgevano le Feriae Latinae, l'assemblea generale annuale delle 47 città confederate, aventi per capitale Albalonga. AI primo periodo delle lotte civili risalirebbe la fondazione dell'attuale centro abitato di Marino, che compare fra le città fortificate da Silla con il nome di Castrimoenium. Dall'ultimo periodo della repubblica in poi il territorio di Marino fu costellato di grandi ville patrizie, fra le quali vanno menzionate almeno quella dei Valeri Messala e di Voconio Pallione; mentre Bovillae conobbe una rinascita urbana a partire dall'età augustea. A seguito della distruzione di questa città, avvenuta nell'anno 846 d.C., gli abitanti della pianura, troppo esposti alle scorrerie dei saraceni, si rifugiarono sulle alture interne, nell'antico castello che andò così ripopolandosi intorno al Mille, risorgendo con il nome di Marino. Dominio dei Conti di Tuscolo fin dal 1090, Marino divenne in seguito feudo dei Frangipane. Nel 1230 la castellana fu Giacomo dei Normanni, nota pure come Jacopa de' Settesoli, vedova di Graziano Frangipane e devota amica di san Francesco. Dal 1266 il castello passò agli Orsini. Nel 1272 san Bonaventura, vescovo di Albano, durante una visita alla chiesa di S. Lucia, vi avrebbe fondato la prima confraternita d'Italia. Nei 1347, durante la permanenza del papato ad Avignone, il tribuno di Roma, Cola di Rienzo, assediò invano Marino per piegare la resistenza baronale nel Lazio capeggiata dagli Orsini, ma riuscì soltanto a espugnare la fortezza di Castelluccia. Un episodio bellico di rilevanza nazionale avvenne nel 1379 nei pressi di Ma rivo: il capitano di ventura Alberico da Barbiano, sostenitore del papa Urbano VI, affrontò e vinse le truppe francesi dell'antipapa Clemente VII. Giordano Orsini ripudiò il figlio Giacomo, che aveva parteggiato per il papa, quindi lasciò in testamento il castello di Marino al nipote Onorato Caetani di Fondi Nel 1419 i Colonna acquistarono Marino da Cristoforo Caetani per 12.000 fiorini d'oro e vi rimasero come proprietari fino al 1914, dopo aver restituito il feudo alla Chiesa nel 1816. li 20 gennaio 1489 Agnesina di Montefeltro, figlia di Federico II duca di Urbino, si sposò a Marino con Fabrizio Colonna. Da loro nacque nel 1490 Vittoria, la celebre poetessa amica di Michelangelo. Nel 1494 a Marino fu tenuto in ostaggio Cesare Borgia. L'anno seguente vi sostò il re di Francia Carlo VIII, durante la sua spedizione contro Napoli, Nel 1526 vi trovò ospitalità il duca dl Ferrara Alfonso II d'Este inseguito dalle truppe del papa Giulio li. Nel 1526 Clemente VIII inviò truppe papali e velletrane per saccheggiare Marino che parteggiava per l'impero. Papa Pio V diede l'incarico diplomatico a Marcantonio Colonna, signore di Marino, di promuovere una lega santa contro i turchi; quindi gli affidò il comando della flotta pontificia. La domenica 7 ottobre 1571 a Lepanto fu conseguita la vittoria tanto sperata. Al suo ritorno gli fu tributato un trionfo degno di un antico condottiero romano. Nei rivolgimenti politici seguiti all'occupazione francese (1798) Marino parteggiò per la causa rivoluzionaria. Anche in seguito i marinesi si contraddistinsero per le simpatie risorgimentali e massoniche. Papa Gregorio XVI conferì a Marino nel 1835 il titolo di città.

COSA VISITARE A MARINO

Mitreo

Mitreo di Marino, fin dal momento della scoperta, nel 1962, ha costituito un evento scientifico e storico-artistico di rilevanza internazionale, in quanto per la conservazione delle sue pitture costituisce un monumento unico, il meglio in assoluto di quelli conservati in Italia e tra i più spettacolari di tutto il mondo antico.
Il mitreo fu ricavato nella seconda metà del II secolo a.C., in una antica cisterna, scavata a galleria nel tufo della collina e coperta a botte: sappiamo infatti che i mitrei prediligevano gli ambienti sotterranei grotte naturali o artificiali, la cui volta rappresentava l'arco del cielo sottende precise credenze ed esigenze religiose.Sulla parete di fondo fu dipinta l'immagine di culto, alla quale si rivolgeva la devozione dei fedeli che frequentavano il santuario. La figurazione, spettacolare anche per dimensioni, 2,5 m di larghezza per 1,8 di altezza, rappresento il dio nella caverna (simbolo della Terra coperta dalla volta celeste), vestito del costume orientale (berretto frigio, corto tunica, calzoni lunghi e stretti alle caviglie), con un ampio mantello svolazzante; le vesti sono impreziosite da stelle dorate, che simboleggiano il firmamento, con astri più grandi che rappresentano i Sette Pianeti.

Basilica di S. Barnaba

A piazza San Barnaba si erge il più importante e imponente fra gli edifici sacri di Marino: la Basilica Collegiata di San Barnaba Apostolo, progettata da Antonio Del Grande ed eretta per ordine dei cardinale Girolamo Colonna nel 1640. La facciata, del 1653, è di gusto moderato barocca come l'interno, a croce latina, ripartito in tre navate ampie e luminose. Dietro l'altare maggiore è collocato un grande dipinto di Bartolomeo Gennai che rappresenta il martirio del Santo. Sul primo altare, a sinistra, si ammira il Martirio di san Bartolomeo, opera del Guercino; sul secondo, a destra, è la Madonna del Carmelo di Luigi Gozzi. All'inizio della navata destra è collocato il dipinto di F. Rosa, raffigurante il trapasso di san Francesco Saverio. Nella prima cappella è notevole la statua di sant'Antonio Abate, opera barocca di Ercole Ferrata.Nella seconda cappella, detta del SS. Rosario, è collocata nella teca di un pilastro la memoria della battaglia di Lepanto: un frammento ligneo di scudo turco o cristiano, offerto come ex voto alla Vergine della Vittoria.

Chiesa della SS. Trinità

Situata lungo corso Vittoria Colonna, l'edificio sacro, parrocchiale dal 1984, fu eretto nel 1640 per ospitare i Chierici Regolari Minori. All'esterno presenta una scala doppia con balaustra, su cui si slancia un'alta facciata, decorata con un riquadro di maioliche dipinte, rappresentanti san Francesco Caracciolo. L'interno è a una sola navata con cappelle laterali. Degno di nota è il Crocifisso dipinto su peperino nella seconda cappella a sinistra. La principale opera d'arte è la rappresentazione del mistero della SS. Trinità, dietro l'altare maggiore, opera già attribuita a guida Reni, oggi ritenuta dell'allievo Giovar Francesco Gessi.

Chiesa di S. Maria delle Grazie

Posizionata sul lato settentrionale di p. Garibaldi, già proprietà della Confraternita del Gonfalone, la chiesa fu ceduta nel 1580 agli Agostiniani che vi rimasero fino al 1954, quando divenne parrocchiale. Restaurata nel 1635, presenta una navata unica con cappelle laterali. Nella seconda a destra si può ammirare San Rocco, un dipinto attribuito al Domenichino Sull'altare maggiore, all'interno di un'edicola, un affresco del XV sec., ritenuto di Benozzo Gozzoli, mostra la Madonna delle Grazie nell'atto di proteggere i confratelli sotto il suo ampio manto. A fianco della chiesa, attraverso un portale, si accede al converte, di cui restano un pregevole chiostro e vasti ambienti un tempo variamente decorati.

Chiesa del SS. Rosario

Si erge sul lato meridionale di p. Garibaldi, perfettamente inserita nel corpo del monastero delle suore domenicane, fondato da suor Maria Isabella della famiglia Colonna nel 1678. La chiesa fu edificata nel 1713 dall'esordiente architetto Giuseppe Sardi. II piccolo capolavoro in stile rococò presenta all'interno motivi scenografici desunti solo in parte dal Borromini. La cupola, a volta ribassata, è ornata di intrecci geometrici a stucco, mentre le cappelle laterali e le nicchie mostrano figure e simboli dell'Ordine domenicano

Museo - Memorie di guerra

Il Museo di oggetti di vita quotidiana sotto le bombe si estende nella stessa grotta, al civico nr.7 di largo Palazzo Colonna. Dove la popolazione civile marinese visse per mesi in attesa della liberazione e dove i reperti si sono conservati per oltre cinquanta anni, prima di ritornare a nuova attenzione.

Museo di Arti e Tradizioni Popolari

Il Museo, aperto al pubblico da ottobre del 2002, è nato dall'esigenza anzitutto di conservare gli arnesi da lavoro di artigiani e di contadini propri della più tipica e secolare attività produttiva di Marino: il vino. Quindi di fornire informazione, in forma didattica e divulgativa, sui passati sistemi di lavoro.

Museo Civico di Marino

Il Museo Civico conserva oggetti dell'età preistorica e romana: iscrizioni, sculture, vasi, antefisse, frammenti architettonici e decorativi, insieme ad altri reperti d'età medioevale, provenienti dalla Chiesa di Santa Lucia. Il Museo Civico di Marino, inaugurato nel mese di Maggio del 2000, raccoglie l'eredità lasciata dalla precedente Antiquarium Comunale, che aveva la sua sede nella Sala dei Papi di Palazzo Colonna.



( tratto dal sito http://www.prolocomarino.it/ )
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