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AMORE

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2005 14:19
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25/02/2005 14:19

Amore la maggior parte delle credenze sull'argomento si riferiscono ai sistemi tramite i quali le ragazze cercano di conoscere nascostamente la fedeltà del proprio innamorato o l'identità dcl futuro marito. il più celebre di questi è il "m'ama, non m'ama", fatto coi petali di margheritina o con altre erbe quali la coda cavallina, l'asparago selvatico, il finocchio e la gramigna.

Nel Senese le ragazze che desideravano conoscere le intenzioni dello spasimante, gettavano dei semi di mela sul fuoco: se questi bruciavano senza rumore, non era vero amore; se scoppiavano, amore sincero. Altre tenevano una pianta di ruta in casa: finché restava bella e rigogliosa, durava l'amore; se deperiva, l'amore diminuiva d'intensità.

In Sicilia invece, per testare la fedeltà del futuro sposo, le ragazze mettevano un fiore di cardo sulla finestra: se questo fioriva durante la notte, il marito sarebbe stato fedele; altrimenti, infedele.

Nel Bolognese, per conoscere il proprio destino amoroso, le ragazze facevano mettere da un'amica, nei quattro cantoni di una stanza, un anello, della cenere, dell' acqua e una chiave; poi, senza saperne l'esatta collocazione, si dirigevano verso un angolo: se scoprivano l'anello, era presagio di matrimonio; se la chiave, casa da governare; se l'acqua, lacrime e sofferenze; se la cenere, morte.

Un sistema simile era comune anche nel Mantovano, ma gli oggetti utilizzati erano: acqua, cenere, anello e forbici, corrispondenti rispettivamente a pianto, morte, matrimonio e zitellaggio.

Un altro sistema in uso tra le fanciulle bolognesi, era quello di mettere alla sera, sotto il cuscino, tre spilli con le capocchie colorate di rosso, bianco e nero. Scegliendone uno senza guardare, dopo averci dormito sopra, si facevano presagi: rosso, nozze imminenti; nero, morte; bianco, tutto come prima.
Oltre ai presagi d'amore, erano molto diffusi anche i filtri d'amore.

In Toscana, per vedere ricambiato il proprio amore, le ragazze conservavano vicino al cuore la cenere di una ciocca di capelli bruciati del fidanzato, o con questa ne preparavano un decotto. Nel Bolognese, per accendere il fuoco dell'amore, le fanciulle mettevano dd sale sulla soglia di casa o in tasca all'amato; nel Senese gli davano da bere, mescolata a una bibita, della rugiada raccolta in una notte di luna piena; a Lucca, mettevano un proprio capello nel sigaro del fidanzato nel Mantovano facevano bere agli innamorati del vino con semi di comino o gocce dd proprio sangue, mentre a Pordenone ungevano nascostamente i ragazzi con l'olio santo.

Altri trucchi amorosi erano: far la prima visita all'innamorata o chiedeme la mano di domenica (Modena) o di sabato (Lucca) e mai di martedì, mercoledì e venerdì; andare a "morosa" solo di martedì, giovedì e il sabato (Romagna) e varcare la soglia di casa dell'innamorato sempre col piede destro (Manfredonia).lnfine, un po' per pregiudizio e un po' per malizia, si afferma che chi ha mani fredde ha il cuore caldo e viceversa
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