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Le scienze della vita

Ultimo Aggiornamento: 14/10/2004 14:20
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14/10/2004 14:20

La concezione vitalistica


Nella concezione vitalistica si ritenne che la vita fosse dovuta a generazione spontanea e che venisse mantenuta respirando il pneuma.

Gli esseri vitali essendo capaci di respirare potevano fondere gli elementi simili aria e fuoco producendo il pneuma, un fluido elastico responsabile della vita. In cielo invece si formava l'etere luminfero, che permetteva la vita celeste.
Dal cielo provenivano quindi gli influssi (energheia) necessari alla nascita spontanea degli esseri viventi sulla terra, che imprimevano le qualità del carattere ed indirizzavano il destino di quanti erano nati sotto un determinato segno zodiacale.

Medicina e astrologia venivano infatti studiate ed applicate insieme dai medici fino a tutta l'epoca dell'impero romano.
L'ultimo grande medico di questa epoca fu Galeno di Pergamo in Sicilia (129-200), che studiò ad Alessandria di Egitto e divenne medico dell'imperatore Marco Aurelio a Roma.

Egli effettuò numerose ricerche in anatomia praticando la vivisezione ed in particolare studiò la circolazione del sangue; ritenne che il fegato fosse la sede dello spirito naturale, mentre il cervello dello spirito animale istintivo, e che il cuore fosse la sede più elevata delle sensazioni di amore ed odio che caratterizzavano gli animali superiori e l'uomo.

In epoca medioevale la teologia cristiana ebbe il sopravvento sulla scienza sperimentale sostenuta dagli alchimisti come Raimondo Lullo (1232-1315): per conoscere la vita e l'uomo stesso bisognava in primis conoscere la volontà divina perché il fine della vita era l'eternità dell'anima.
La vita terrena era considerata uno stato meramente transitorio di preparazione alla vita eterna.
Pertanto il creazionismo biblico si limitò a riconoscere che la vita era nata per volontà di Dio, il quale aveva creato tutte le specie esistenti; la vita stessa era considerata un indiscutibile miracolo divino.
Durante il medioevo, nell'occidente cristiano, flirono proibite le vivisezioni ed anche più in genera- le le ricerche sperimentali alchemiche flirono generalmente abbandonate per- ché perseguitate come eresie.

Nell'epoca del Rinascimento venne superata la limitazione medioevale, che conobbe nella sacra inquisizione l'elemento più retrivo di chiusura rispetto ad ogni rinnovamento idealè della scienza.

Alla fine del Rinascimento Italiano (x'V-XV secolo d.C.), caratterizzato dal rinnovamento artistico ed umanistico, la scienza occidentale si rifece alle idee originatesi nella Magna Grecia e sviluppatesi in seguito nel mondo Arabo, cosicché, come con Galileo (1564-1642) per le scienze di fisica, nel campo delle scienze mediche e della vita, dobbiamo arrivare al XVI secolo per notare un significativo cambiamento di pensiero.

Il vitalismo, inteso come:
"generazione spontanea della vita, che inizia dalla combinazione dei quattro elementi terreni, con l'influsso delle corrispondenti energie celesti, definendo l'intera scala di complessità crescente, che va dai cristalli e gradualmente arriva agli esseri viventi"
fu sconfitto da tutta una serie di scoperte ed esperimenti che caratterizzano il passaggio dal vitalismo al meccanicismo della scienza.

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