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MONICA VITTI: BIOGRAFIA

Ultimo Aggiornamento: 25/07/2004 15:31
Utente Junior
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25/07/2004 15:31


Biografia di Monica Vitti
(Roma, 1931)

Dopo aver frequentato l’Accademia d’Arte Drammatica di Roma ed essersi diplomata attrice nel 1953, lavora in teatro e poi in televisione. Al cinema debutta nel ‘55, ma il suo primo ruolo di rilievo lo ottiene solo con “Le dritte” (1958) di Mario Amendola. Per la sua carriera, si rivela però fondamentale l’incontro con Michelangelo Antonioni, che prima la dirige in palcoscenico ed in seguito ne fa la protagonista di alcune fra le pellicole più importanti della nostra cinematografia, all’insegna di quella poetica dell’incomunicabilità destinata a rimanere la cifra distintiva del grande cineasta ferrarese. “L’avventura” (1960), “La notte” (1961), “L’eclisse” (1962), “Deserto rosso” (1964) le conferiscono successo e celebrità, ma adoperano soltanto una parte delle sue corde: è per questo, probabilmente, che alla metà degli anni Sessanta ella decide di mutar registro, facendo ritorno a quel genere comico-brillante per il quale è con ogni evidenza più portata. Dopo alcune prove incerte, ottiene uno straordinario riscontro di pubblico grazie a “La ragazza con la pistola” (1968) di Mario Monicelli, che la vede improbabile siciliana in trasferta a Londra per motivi d’onore. Seguono - accompagnati da consensi sempre crescenti - “Amore mio, aiutami” (1969) di Sordi, sul tema dell’infedeltà coniugale; “Dramma della gelosia” (1970) di Ettore Scola, che la vede al centro d’un triangolo d’amore proletario; “La supertestimone” (1971) e “Gli ordini sono ordini” (1972), firmate da quel fine cineasta che è il triestino Franco Giraldi; “Polvere di stelle” (1974), commossa rievocazione del mondo dell’avanspettacolo diretta ed interpretata da Alberto Sordi; “L’anatra all’arancia” (1975) di Luciano Salce, adattamento dell’omonima commedia di Home e Sauvajon. In seguito, i ruoli che le vengon offerti prendono a diminuire; nel ‘90, esordisce pure nella regia con “Scandalo segreto”, senza troppo convincere. Estrosa e versatile, la Vitti ha saputo ben inscriversi nei codici della commedia nostrana, unica donna in un universo dominato dai cosiddetti “colonnelli".

dal sito http://www.italica.rai.it


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