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Storia del "Palio di Siena" ... le contrade

Ultimo Aggiornamento: 24/07/2004 16:53
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24/07/2004 16:39

La Contrada: OCA


Ultima vittoria: 2 luglio 1999 Luigi Bruschelli detto "Trecciolino" su Giove, Capitano Fulvio Bruni

La vittoria più bella???: Il due luglio 1996 l'Oca tornò al successo dopo undici anni, l'astinenza più lunga di questo secolo, se si esclude quella di quattordici anni, durata dal 1934 al 1948, aggravata dalla forzata interruzione bellica. Dopo l'era Aceto e dopo qualche Palio perso malamente, l'Oca diede fiducia al fantino senese, Luigi Bruschelli detto "Trecciolino", già abbastanza esperto con nove presenze sul tufo, ma mai vittorioso e reduce da un 1995 ricco solo di ombre. All'Oca toccò Quarnero, unico mezzosangue del lotto, ma i favori del pronostico erano tutti per il Montone che ripresentava l'accoppiata vincente dell'agosto precedente, Il Pesse su Bella Speranza. Dalla mossa uscì primo il Bruco, seguito dalla Giraffa e dalla Torre, in cui correva Aceto. Ma già al primo Casato il Montone era in testa con alle spalle lo scosso del Bruco. Nelle posizioni di rincalzo Trecciolino, in forte rimonta, riuscì ad eludere la guardia di Aceto a suon di nerbate, dando inizio al duello finale con il Montone. Al secondo giro Bruschelli affiancò Il Pesse e giostrando magnificamente con il suo nerbo riuscì ad avere la meglio sul suo antagonista, vincendo un palio splendido, che segnò la consacrazione di questo grande fantino. Ma adesso crediamo si debba dire che quella del 2 Luglio 1999, si avvii ad essere la vittoria più bella di questo secolo, per la grande prova di forza data dalla Contrada ad un anno dall'ultimo successo, ed in un modo schiacciante.

La rivalità: Quella fra Oca e Torre, è l'unica rivalità fra contrade non confinanti ed è sicuramente la più accesa e sentita. Stabilire i motivi di una tale inimicizia non è semplice, presumibilmente liti dovute ad interessi economici divergenti sono degenerate dando vita ai primi screzi che si sono consolidati in una reciproca lotta per la supremazia cittadina. A cementare l'inimicizia ha sicuramente contribuito il Palio con le sue mille vicende, fatte di ripicche e tradimenti. Già nell'ottocento le due contrade si contendevano in ogni occasione il più grande fantino di quell'epoca, il Gobbo Saragiolo, che indifferente di tutto vinse tre volte per l'Oca e ben cinque volte per la Torre. Nonostante negli anni vi siano stati vari tentativi di riappacificazione, l'ultimo risalente ai primi anni di questo secolo, l'inimicizia non è mai rientrata, anzi resta tuttora inalterata facendo da motivo conduttore di molti Palii.

La curiosità: L'Oca è stata l'unica contrada capace di vincere i Palii corsi con la formula a sorpresa. Questo Palio veniva corso il giorno successivo alla carriera d'agosto, si sorteggiavano dieci contrade a cui venivano abbinati, attraverso un'estrazione segretissima che si teneva alla sola presenza del sindaco e dei capitani, i fantini ed i cavalli che avevano corso il giorno prima. Il 17 agosto 1909, all'Oca toccò il barbero Farfalla ed il fantino Zaraballe, che il giorno prima aveva corso nel Nicchio. Entrato di rincorsa, con la Torre nona al canape, l'esperto e baffutissimo fantino ocaiolo, seppe andare a vincere nonostante Farfalla non fosse un soggetto molto apprezzatto. Dopo dieci anni esatti, fu organizzato il secondo ed ultimo Palio a sorpresa, nell'Oca arrivarono il barbero Mozza ed il fantino Giulio Cerpi detto "Testina", che il giorno prima aveva corso nella Torre. Il Cerpi aveva garantito ai dirigenti torraioli che qualora fosse toccato all'Oca sarebbe uscito di scena a San Martino, dove ad attenderlo con una carrozza c'erano alcuni torraioli che dovevano garantirgli la fuga. Ma partito primo, grazie anche ad una sostanziosa cifra da gestire al canape, Testina tirò a vincere, non rispettò i patti con i torraioli, consumando uno dei più celebri tradimenti della storia del Palio.

Il personaggio: Il simbolo della Nobile Contrada dell'Oca è senz'altro il "sor" Ettore Fontani, il più potente dirigente paliesco di questo secolo. Nella sua attiva militanza ocaiola dodici vittorie ed il lancio di numerosi cavalli entrati nella storia del Palio. Tanto per gradire si deve al dirigente di Fontebranda anche la nascita delle stelle Picino, Ciancone ed Aceto, fantino su cui il sor Ettore puntò gli occhi per rilanciare la sua contrada dopo la "disavventura Ciancone" ed un periodo negativo. Diventò mangino quasi per caso a fine ottocento, l'Oca veniva da un periodo molto travagliato visto i ripetuti successi torraioli di quegli anni e vista la scarsa disponibilità dei più esperti a ricoprire cariche importanti fu scelto questo giovane molto colto e preparato. La sua conoscenza per i cavalli ed un'indubbia capacità nello stipulare accordi e partiti lo misero subito in una posizione di estremo prestigio nella contrada. Il capolavoro del Fontani fu rivalutare il fantino Angelo Meloni detto "Picino", il quale cacciato malamente dalla Torre dopo i fatti del luglio 1898, diventò negli anni successivi l'arma in più dell'Oca. Grazie all'infallibile intesa Fontani-Meloni, Fontebranda non solo conquistò quattro succesi ma riuscì ad ostacolare in maniera determinante i piani della Torre. Questo situazione diede la svolta decisiva a molte carriere, anche perchè, Fontani seppe abilmente sfruttare l'amicizia ed i rapporti di lavoro che lo legavano a molti fantini del Palio, riuscendo in tal modo a creare un'organizzazione molto collaudata che si fondava su una dirigenza forte, su un campione del calibro di Picino e su un gruppo di comprimari sempre pronti a sposare la causa ocaiola. Finita l'era Picino, che ebbe il suo colpo di coda nell'agosto 1934 con la vittoria del figlio Corrado, il Fontani si adoperò per trovare un nuovo fantino che potesse andar bene all'Oca. Così sfruttando l'amicizia con Gino Gentili, fantino di piazza sul finire degli anni trenta, arrivò da Manziana, nell' immediato dopoguerra, il fratello di quest'ultimo, Beppe, che sarà croce e delizia per gli ocaioli, eroe della vittoria del 1959 e spregevole traditore in occasione del trionfo torraiolo del 1961. L'addio violento e doloroso ad un campione del calibro di Ciancone spiazzò anche il navigato sor Ettore. Per l'Oca si aprì in seguito un periodo abbastanza negativo, che durò fino a quando i dirigenti ocaioli, su consiglio del lungimirante vecchio dirigente, riuscirono a portare in Fontebranda quell' Andrea de Gortes detto "Aceto" che sarà la carta vincente dell'Oca dopo la fine del regno del sor Ettore Fontani.


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