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IL TE' E LA SUA STORIA

Ultimo Aggiornamento: 20/07/2004 17:11
Utente Veteran
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20/07/2004 17:11

LA STORIA DELL'INFUSO DEL TE', TRA LEGGENDA E REALTA'
Mentre gli studi moderni sostengono che la coltura del tè si sia sviluppata in India, e che le piante allo stato spontaneo siano state scoperte nelle aree contigue alla Cina sud occidentale, nel Burma e in India, la maggior parte degli studiosi e botanici ritengono che la pianta sia originaria della Cina.

Sembra certo, infatti, che la pianta sia stata diffusa dai monaci in India, Corea, Sri Lanka e Giappone: essi consideravano il prezioso infuso, un compagno inseparabile delle lunghe meditazioni.
Ma, accanto alla realtà scientifica, le leggende sull'origine della bevanda rapiscono l'immaginazione e attraggono la nostra curiosità….
Utente Senior
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02/07/2004 17:01

E’ senza dubbio riconoscere alla Cina la paternità del Tè. Nome derivato dalla parola Amoy "tay".
La leggenda vuole che intorno al 2737 a.c. l’imperatore cinese Shen Nung era solito ristorarsi bevendo dell’acqua precedentemente riscaldata per precauzione igienica.
Un giorno d’estate mentre visitava una regione del suo regno durante una sosta i servi avevano iniziato a bollire l’acqua per la corte. Delle foglie secche di un vicino cespuglio caddero nel recipiente colorando così l’acqua di marrone. L’imperatore ne fu incuriosito e bevendolo ne restò talmente ammaliato che diede inizio alla coltivazione della pianta. All’epoca del Tang (618-907 dc) venivano bollite.
Durante il regno dei Song (960-1279 dc) le foglie di tè venivano finemente macinate e frullate nell’acqua bollente. Solo nel periodo dei Ming (1368-1644 dc) si iniziò a preparare il tè in infusione.
Nel 1826 fu introdotto il consumo nelle attuali bustine su idea di Thomas Sullivan di New York; mentre nel 1904 fu introdotta la moda ad usare il tè ghiacciato.
Testimonianze sull’arte di preparazione del tè furono introdotte in Europa prima a cura di Marco Polo e successivamente dai commercianti arabi e portoghesi. Solo con l’opera della "Compagnia delle Indie" che il primo carico di tè approdò in Europa.
In Inghilterra divenne un vero oggetto di culto. Il commercio fu sempre più fiorente anche tramite l’uso di navi velocissime (clipper).
La pianta del tè (Camellia Sinensis) allo stato selvatico può raggiungere l’altezza di trenta metri.
Nelle serre non raggiunge i tre metri.
La sua coltivazione avviene in clima caldo umido e in posizioni bene esposte al sole, richiedendo una continua manutenzione. La maggior produzione di tè è detenuta dall’India, seguono Ceyon, Cina, Giappone, Indonesia, Pakistan e Kenia. La raccolta delle foglie inizia solo dopo che la pianta ha tre anni di vita. Da ogni ramo si tolgono le foglie più lontane dalla base; non devono aver raggiunto la loro maturazione; a secondo dell’ordine in cui si trovano nel ramo, acquistano un diverso valore.
La Gemma terminale foglia non ancora distesa, è coperta da un leggerissimo strato di lanuggine chiara. Costituisce la primissima qualità.
La Prima foglia è anch’essa coperta di una leggera lanuggine con sfumature dorate e costituisce la prima qualità. La seconda foglia presenta anch’essa tracce di lanuggine con leggere sfumature dorate. La terza foglia ha un tessuto ancora tenerissimo pur essendo priva di lanuggine. La quarta foglia è molto rara ed è utilizzata solo la metà superiore. Nei paesi equatoriali, dove il clima è uguale in tutte le stagioni, il tè viene raccolto durante tutto l’anno. Nei paesi a clima alternato la raccolta viene fatta dalle tre alle quattro volte l’anno.

Come è nato il tè delle cinque

A dare origine al rito del tè delle cinque fu la settima duchessa di Bedfort a metà pomeriggio di un giorno inizio ottocento. Era l'epoca in cui la prima colazione si consumava tra le nove e le dieci del mattino; la seconda, sul mezzogiorno ed era più che altro uno spuntino informale e leggero; la cena, tra le sette e le otto di sera, costituiva il parto più importante di tutta la giornata. La duchessa, evidentemente affamata anzitempo, alle quattro del pomeriggio chiamò il suo valletto perché le servisse in
camera del tè e some light refreshment. Cioè con qualcosina
da mangiare. Nel giro di un'ora ogni cosa fu pronta e la bella
dama, deliziata dall'improvvisato ristoro, volle ripeterlo in piena consapevolezza nei giorni successivi. Poi convinta di quanto fosse piacevole e opportuno interrompere il digiuno a quell'ora, volle dividere quel piacere anche con gli amici. La notizia volò di salotto in salotto e, in breve tempo, il tè delle cinque fu, per i mondani, una cosa "assolutamente da fare".
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