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LE PERLE

Ultimo Aggiornamento: 06/08/2004 14:46
Utente Veteran
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06/08/2004 14:46

Imitazioni

Le produzioni sono assai varie; generalmente costituite da sostanze vetrose ricoperte da una specie di colla ottenuta dalla lavorazione di scaglie argentee di particolari pesci, colla che dona al prodotto buone iridescenze perlacee. Presentano generalmente una superficie scabrosa, gelatinosa che tradisce la loro natura artificiale.

Tradizione

Plinio narra l'antica leggenda orientale che afferma che le "conchiglie perligene" lasciano il fondo del mare e salgono in superficie per "farsi fecondare dai raggi della Luna" per un lampo o una goccia di rugiada. Non è un caso che Afrodite-Venere, la dea dell'amore e della bellezza, nata dalla spuma del mare, sia raffigurata al centro di una conchiglia e che la perla fosse, già anticamente in Grecia, la gemma del matrimonio. La rugiada di Luna, l'acqua del mare e il collegamento con la donna hanno contribuito alla superstizione infondata che "le perle siano lacrime", salate come l'acqua marina. Nei Vangeli è ben chiaro quanto la perla rappresenti il "simbolo di conoscenza spirituale". Basti ricordare la parabola del mercante il quale, trovatane "una di gran pregio, va, vende quanto ha e la compra" (Matteo, 13, 46) "non gettate le vostre perle ai porci", (Matteo, 7, 6). Del resto nei miti ebraici, "una perla brillava serena sul tetto dell'Arca e proteggeva Noè e la sua famiglia", impallidiva e si illuminava non facendogli perdere il conto dei sabati". Il mondo occidentale conobbe davvero le perle con il favoloso bottino, che Alessandro Magno riportò dopo la vittoria nel 334 a.C. su Dario III, re dei Persiani. La vita delle perle è relativamente breve, questo è il motivo per cui, a parte qualche raro esempio di fossile (2000 a.C.), l'uso documentato delle perle nella gioielleria antica risale a qualche secolo a.C. Nell'antica Roma le perle furono di gran moda e gli orecchini, chiamati da Plinio crotalia, per il suono caratteristico di più perle pendenti, ne sono un esempio, come la favolosa parure di Lollia Paolina, moglie di Caligola, che costò 40 milioni di sesterzi (circa 20 milioni di euro attuali). Si parla lungamente della perla, che "prolungava la vita", nei "Rigveda" (XII-VIII secolo a.C.), la testimonianza più antica della letteratura indiana, che raccoglie oltre mille inni a personificazioni delle forze della natura, e "nell'Atharvaveda", "conoscenza della formula magica" e quarto testo dei Veda, che custodisce molte tradizioni dei culti popolari e formule di preparati medicinali per la cura delle malattie. Le perle sono prodotte perlopiù da molluschi marini e d'acqua dolce, i quali per difendersi da un corpo estraneo penetrato, gli costruiscono intorno strati concentrici di madreperla, legandoli con una sostanza organica detta conchiolina. Ovviamente migliore è la distribuzione ordinata dei microcristallini di aragonite, di cui è fatta la madreperla, e del legante organico, più lucente e sferica è la perla naturale, che vanterà anche un magnifico effetto di luce, chiamato oriente. Questa scoperta era ben nota in Cina, dove già nel XIII secolo, nelle valve dei molluschi erano introdotti dei piccoli Buddha di piombo, per produrre perle coltivate, comunque simbolo di immortalità e se forate e infilate sul filo, di legame e relazione spirituale con gli altri esseri viventi. Le perle, come la giada, furono in Oriente, associate al ciclo lunare e alla rinascita, tanto da essere usate nelle tumulazioni, per riempire gli orifizi del defunto. Costumi simili erano presenti anche presso gli Indiani precolombiani d'America. La forma può essere sferica, a goccia, quasi a bottone, o di forma irregolare come le scaramazze. Quelle particolarmente strane, che nel senso latino di "prodigio" sono definite "mostro" o "barocche", dall'epoca in cui se ne fece grande uso ornamentale, hanno ispirato meravigliosi pendagli rinascimentali e barocchi. Le blister ottenute applicando un nucleo di madreperla sulla parete del mollusco e le mabé costruite utilizzando un mollusco sferico dai bordi neri, detto appunto mabé, sono coltivate artificialmente. In ogni caso, è molto difficile, senza una radiografia, riconoscere una perla naturale, più densa e con il nucleo più piccolo, rispetto a una coltivata. Le cosiddette perle di fiume anche naturali, sono più leggere e a forma allungata come un grano di riso, poiché prive di nucleo e con una cavità vuota. Ormai le perle di coltura costituiscono il 90% della produzione sul mercato e dai primi esperimenti di Carlo Linneo nel 1761 e del giapponese Mikimoto nel 1893, si sono raggiunti risultati sorprendenti. Le perle di "Majorca", sono invece un'imitazione realizzata con sfere di vetro o smalto ricoperte di squame di pesci.
Utente Senior
OFFLINE
14/07/2004 15:11

LA CURA DELLE PERLE
Alcuni semplici accorgimenti permettono di conservare le proprie perle luminose e belle per generazioni e generazioni:
- Evitate il contatto tra le perle e sostanze chimiche come profumi, lacche, lozioni oleose, ecc.;
- Non indossate le perle durante i bagni in mare;
- Tenetele separate da gioielli realizzati con pietre preziose, che potrebbero scalfirle;
- Conservatele in una bustina di panno morbido, possibilmente in ambiente umido;
- Pulitele periodicamente con un panno soffice inumidito.

Utente Senior
OFFLINE
02/07/2004 11:23

Le perle sono una vera e propria invenzione della natura, crescono all'interno di alcuni tipi di molluschi viventi, ma la cosa più interessante é che sono diventate talmente rare che solo nell'ultimo secolo l'uomo é riuscito ad intervenire dando una "mano" alla natura, affinché non si estinguesse il raro e complesso procedimento di sviluppo e crescita.

Immaginate che un corpo estraneo al mollusco (larve, parassiti,granello di sabbia) venga a contatto all'interno della parte molle, ecco che per reazione difensiva si instaura il procedimento della creazione della perla.

Con il termine perla si intende un prodotto concrezionato, a composizione essenzialmente carbonatica, generato all'interno di particolari molluschi, per reazione alla presenza di un corpo estraneo nell'organismo.

Le perle hanno quindi origine organica e possono formarsi in molluschi marini o di acqua dolce (perle di fiume). Le perle possono essere naturali (generate spontaneamente senza intervento dell'uomo) o coltivate (generate a causa dell'intervento umano, sia esso volontario o meno).

struttura della perla:
la perla è un corpo idealmente globulare (ma che può assumere aspetto molto irregolare), privo di spigoli vivi, costituito da strati di cristallini di carbonato di calcio (essenzialmente aragonite) sovrapposti ad embrice, idealmente concentrici (a cipolla) e ingabbiati in una rete tridimensionale di conchiolina (scleroproteina tipo chitina).

trasparenza :
da traslucida a opaca

indice di rifrazione :
1,52 e 1,69 teorici; è rilevabile un valore intermedio (circa 1,54) con il metodo della lettura a distanza.

fenomeni ottici particolari :
oriente: insieme di fenomeni ottici quali dispersione, riflessione, interferenza e diffusione della luce. L'oriente si può definire come un insieme di microlampi di colori in movimento sulla superficie della perla che, così, assume un aspetto vellutato.

durezza :
da 2,5 a 4,5 (in media 3).

elasticità e tenacità :
molto elevate grazie alla particolare disposizione della conchiolina.

densità :
da 2,60 a 2,78 (in media 2,66).

fluorescenza :
UVL (onde lunghe) generalmente medio-forte nei toni bianco-azzurri, UVC (onde corte) nulla.

struttura della superficie :
al microscopio ottico la superficie della perla mostra il risultato della particolare struttura di crescita dei vari strati di perlagione embriciati fra loro; tale struttura appare come un insieme di sottili linee ad andamento ondulato, irregolari, più o meno ravvicinate fra loro. Al microscopio elettronico, da circa 300 ingrandimenti in poi, gli strati di perlagione appaiono come mattonelle irregolari affiancate e giustapposte le une alle altre.

spettro di assorbimento :
nelle perle di colore chiaro si nota generalmente un assorbimento relativamente intenso nel rosso, debole nel giallo e intenso nel blu-viola.

molluschi perliferi marini :
le perle si formano all'interno di molluschi appartenenti principalmente alla Classe dei Lamellibranchi. Anche altri molluschi, appartenenti alle Classi dei Gasteropodi e dei Cefalopodi, possono occasionalmente produrre perle che non hanno comunque grande importanza commerciale.

molluschi perliferi d'acqua dolce :
molluschi perliferi fluviali o lacustri erano diffusi in passato in molte zone del Nord-America, d'Europa, della ex-URSS (Siberia) e della Cina. I molluschi produttori più importanti appartengono alla famiglia delle Unionidae. Le perle prodotte da questi molluschi hanno la stessa composizione delle perle di acqua salata; differiscono per una maggiore percentuale di manganese; l'individuazione di questo elemento può essere di notevole aiuto ai fini della distinzione tra perle d'acqua dolce e perle di mare.

perle di Thaiti :
le perle coltivate di Thaiti sono delle secrezioni perlifere formate all'interno delle ostriche a labbra nere appartenenti alla specie Pinctada margaritifera varietà cumingi; sono coltivate principalmente nelle lagune degli atolli della Polinesia Francese. Sono caratterizzate da una serie differente di forme, diametri, con sfumature di colori naturali che vanno dal grigio pallido al nero antracite. nella Polinesia Francese la designazione commerciale "perla coltivata di Thaiti" è esclusivamente riservata alle perle coltivate provenienti da un innesto dell'ostrica perlifera Pinctada margaritifera, che presenta uno strato perlifero continuo su almeno l'80% della superficie della perla e non fa apparire ne il nucleo, ne l'ubicazione del nucleo. Qualsiasi altro prodotto non corrispondente a detti criteri non potrà portare tale denominazione e sarà considerata come uno scarto.

perle australiane :
in una lontana zona dell'Australia nord-occidentale vengono coltivate delle perle tra le più grandi e prestigiose del mondo. Sebbene nata solo agli inizi degli anni cinquanta, l'industria di tali perle ha ottenuto in pochi decenni l'invidiabile risultato di fornire, nei diametri compresi tra i dieci e i venti millimetri, il 60% (in termini economici) delle perle coltivate tra le più belle al mondo. La perfetta sincronia delle condizioni ambientali, del rigido controllo del Governo, dell'impegno nella ricerca dello sviluppo, nonché dello spirito appassionato degli Australiani, hanno portato alla luce questa oasi delle perle. In Australia il mollusco utilizzato per la coltivazione delle perle è la Pinctada maxima raccolta nel suo ambiente naturale. Questo bivalve, detto anche "ostrica" dal labbro dorato o argentato, si trova principalmente nella zona settentrionale dell'Australia Occidentale. Le dimensioni della conchiglia variano da 10 millimetri (per quelle nate da poco) a oltre 250 millimetri. Questo lamellibranco gigante, che può raggiungere una massa di alcuni chili, è probabilmente il più grande tra le circa trenta specie di molluschi perliferi sparsi nel mondo e produce di conseguenza perle molto grandi, depositando strati di perlagione più spessi rispetto a quelli della maggior parte degli altri molluschi perliferi. La zona di coltivazione delle perle australiane costituisce un ambiente ideale; l'insieme di acque non inquinate e di mari molto alte permette ai coltivatori di produrre perle difficilmente eguagliabili per dimensioni e lucentezza. Il maggiore centro urbano più vicino si trova a 2000 kilometri di distanza e le operazioni si svolgono in un ambiente completamente isolato; i produttori australiani non sono quindi obbligati a perdere tempo nel fronteggiare gli effetti dannosi derivanti dagli scarichi industriali e dall'inquinamento. L'Australia è ben conscia dell'importanza di conservare la fiducia che gli acquirenti ripongono nel suo prezioso prodotto: per questo si è impegnata a proteggere le sue risorse perlifere evitando uno sfruttamento eccessivo dei banchi. A differenza di ciò che avviene negli altri Paesi produttori di perle dei Mari del Sud, l'industria australiana è sottoposta a un regime di controllo congiunto da parte del governo e di organi interni all'industria stessa; grazie a questo controllo la quantità dei molluschi selvatici pescati viene limitata dall'introduzione di un sistema a quote. Un'altra forma di controllo governativo consiste nel rilascio di licenze per la coltivazione delle perle. Attualmente, la quota annua massima totale consentita dall'industria è di circa 610.000 Pinctade naturali (di cui 572.000 provenienti dall'Australia Occidentale), raccolte per la maggior parte nelle acque al largo di Eighty Miles Beach, 185 kilometri a sud ovest di Broome.
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