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Aztechi

Ultimo Aggiornamento: 19/07/2004 17:21
Utente Senior
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19/07/2004 17:21

I presagi Aztechi

Prima che arrivassero gli Spagnoli, dieci anni innanzi, un presagio di sventura apparve una prima volta nel cielo, come una vampa, come una lingua di fuoco, come una aurora. Essa sembrava piovere a gocce minute, come se fendesse il cielo; si allargava alla base, si assottigliava mano a mano che saliva. Fin nel mezzo del cielo, fino al cuore del cielo essa giungeva, fino al più profondo del cuore del cielo saliva. In tal guisa, la si vedeva, laggiù verso oriente si mostrava, scintillava nel cuore più oscuro della notte, sembrava far giorno, e più tardi il sole sorgendo la dissolveva. Aveva avuto inizio in un anno Dodici-Casa. Quando appariva, la gente prorompeva in lamenti, si batteva la bocca, ne era sgomenta, ogni lavoro smetteva.

Un secondo presagio di sventura sopraggiunse qui, a Messico. Da sola, da se medesima andò in cenere, senza che nessuno vi avesse appiccato fuoco, la dimora del diavolo Uitzilopochtli. Era detta sua dimora divina, la dimora designata come Tlacateccan. Allo sprigionarsi del fuoco, subito, le colonne di legno, squadrate, bruciarono. Dal suo interno, divampò la fiamma, la lingua di fuoco, la lama di fuoco. In un baleno, ha divorato l'armatura del tempio. Subito si è lanciato l'allerta: " Messicani, senza indugio accorrete, il fuoco sarà soffocato dai vostri orci d'acqua! " Ma, quando essi vi gettavano acqua, quando cercavano di estinguere il fuoco, esso riavvampava più forte. Non si estinse, tutto andò in cenere.

Un terzo presagio di sventura. Un tempio fu colpito dalla folgore, dal lampo. Altro non era che l'umile dimora dal tetto di paglia che si ergeva su un luogo detto Tzummulco, il tempio di Xiuhtecuhtli. Non a scrosci pioveva, appena cadeva una pioggia leggera, e ciò fu tenuto per funesto presagio. Cosi, si diceva: "Altro non fu che una scintilla del sole, il tuono, nessuno l'ha udito".

Un quarto presagio di sventura. Quando ancora il sole splendeva nel cielo, una cometa cadde, suddivisa in tre parti. Essa sorse dal lato d'oriente, poi sfrecciò verso occidente, come piovessero braci. Molto lontano si stenderà la sua scia, molto lontano giungerà la sua coda. E quando la videro, alto e continuo si levò un mormorio, quasi che un brusio di conchiglia di mare si fosse levato.

Un quinto presagio di sventura. L'acqua si mise a ribollire; non era il vento a sollevarla sulla superficie del lago; era come se da se stessa vorticasse: come se, precipitando, producesse un gorgo. E quando si sollevò, assai lontano si spinse, arrivò fino alla soglia delle nostre dimore, sommerse e distrusse le nostre dimore. Ciò accadde nel grande lago che si stende in- torno a noi, qui, a Messico.

Un sesto presagio di sventura. Sovente s'udiva una donna che vagava piangendo, che vagava gemendo, di notte senza posa gemeva, vagava gridando: "Figlioli diletti, ecco che è giunto il tempo della nostra partenza! " Di tempo in tempo diceva: "Figlioli miei cari, dove mai vi condurrò?"

Un settimo presagio di sventura. Accadde che la gente che viveva sul lago, prese nella rete qualcosa, qualcosa restò impigliato nelle sue reti, un grande uccello cinereo, simile ad un trampoliere. Senza indugi, accorsero a mostrarlo a Motecuhzoma, al Collegio-del-Nero'. Il sole aveva appena iniziato a declinare, da poco aveva percorso la metà del suo corso. L'uccello portava sul capo come uno specchio di forma rotonda, una sfera, come forata nel centro'. In esso si distingueva il riflesso del cielo, gli astri, la costellazione dei Gemelli. E Motecuhzoma fu grandemente turbato quando vide le stelle, e i Gemelli. E quand'egli scrutò per la seconda volta il capo dell'uccello, vi scorse sullo sfondo come della gente che s'appressasse da ogni parte accorrendo, che si fosse mossa a convegno, che venisse disposta alla guerra e veniva portata da cervi. E subito interrogò gli indovini, i sapienti. Disse loro: " Sapete che cosa ho veduto? Come se la gente s'appressasse da ogni parte accorrendo". Ma subito, quando ancora cercavano di darvi risposta, ciò ch'essi vedevano si era dissolto; essi non dissero più nulla.

Un ottavo presagio di sventura. Sovente apparivano uomini, rattrappiti, con due teste, su un corpo solo. E subito venivano portati al Collegio-del-Nero, subito venivano mostrati a Motecuhzoma; e non appena ne erano ammessi al cospetto, subito scomparivano.

Utente Junior
OFFLINE
01/05/2004 22:56

Popolazione che dominò il Messico centromeridionale dal XVI al XVI secolo e diede origine a un vasto impero, distrutto dagli invasori spagnoli. Gli Aztechi furono guerrieri ed agricoltori , essi ebbero una religione primitiva e feroce , che imponeva frequenti sacrifici umani . Coltivavano il mais , il tabacco , il cacao , ignoravano la ruota , il ferro , non avevano animali domestici . Tuttavia raggiunsero un alto grado di civiltà , come dimostrano i grandi templi e le piramidi che seppero costruire e la raffinata lavorazione di metalli e pietre preziose .

Gli Aztechi avevano due calendari , uno liturgico e uno solare.
Il primo era composto da 13 "mesi" di venti giorni , ciascuno dei quali prendeva nome da un animale , una pianta , un oggetto , un fenomeno naturale . L' anno solare era invece di 365 giorni , come il nostro .
Nell'immagine: un calendario solare, la Pietra del Sole .

Gli aztechi formarono alleanze militari con le popolazioni vicine,creando un impero che si estendeva dal Messico centrale al confine dell'attuale Guatemala.
Furono fabbricate strade rialzate e ponti per collegare le isole alla terraferma e vennero scavati canali per trasportare beni e persone. Inoltre vennero annalizate imponenti strutture religiose, costituite da piramidi ricoperte di pietrisco, sulle quali si ergevano i templi e a cui si accedeva tramite scalinate.

Montezuma, che regnò dal 1440 al 1468 , estese l'impero azteco dall'Atlantico alle coste del Pacifico: ben 489 città furono conquistate e costrette a pagare tasse all'impero. Da queste città assoggettate venivano sia i generi alimentari , sia le merci preziose destinate ai nobili e ai guerrieri, nonché tutte le materie prime esotiche di cui era sfornito il territorio azteco: oro ,rame, piume tropicali,ambra,pelli di giaguaro e cioccolato.
Inoltre,le conquiste militari fornirono anche i prigionieri per sacrifici umani agli dei.





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