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06/08/2004 14:36 | |
Origine nome
Significa "indomabile", dal greco adamas, per la sua resistenza e durezza.
Tradizione
Il diamante è simbolo di verità, saggezza, perfezione e, in una parola, amore, nell'accezione massima. Il nome sanscrito del diamante è vajra che vuol dire "impenetrabile" e "saetta illuminante". Nella tradizione indiana il diamante è pakka, "maturo", mentre il cristallo è kaccha,"acerbo". É citato anche nella Bibbia come yahalom "che non si infrange", ipotizzato come la lama invincibile del "k'un wu", il coltello cinese per incidere la sacra giada, consacrato al dio Indra nell'Induismo, e a seconda del colore, associato al sistema delle caste, definito il "trono di Buddha" e dorje "scettro", dell'iconografia tibetana, preso ad esempio da Platone come "asse del mondo", vietato alla donne e ai plebei da un'ordinanza di San Luigi, entrato in leggende e in storie di "morti misteriose". Si supponeva che quando ne entrava in possesso una persona indegna, la "purezza del diamante punisse con la morte", esistono casi concreti, come pare, ad esempio, che Benvenuto Cellini sia stato avvelenato da polvere di diamante, mescolata al cibo. La grande diffusione del diamante in Occidente si deve al francese Jean BatisteTavernier, il quale riportò dai suoi viaggi queste pietre, e seppe affascinare con i suoi racconti, intorno alla metà del 1600, l'intera corte del Re Sole, "contagiando", dopo gli acquisti di Luigi XIV, tutta l'Europa. Tra questi vi era anche un grande diamante di colore blu intenso di 112 carati, conosciuto come "Tavernier blu", poi con il nome di "Hope", ritagliato a cuore fino a circa 69 carati per essere montato sull'insegna del Toson d'Oro, e oggi esposto nella "Smithsonian Institution" di Washington. |